domenica 17 novembre 2013

Discutere di cambiamento climatico in modo sensato

L'ultimo negazionista climatico


Normalmente, quando ci si mette a discutere di cambiamento climatico, viene sempre fuori un buon numero di cafoni che credono che il modo di aver ragione sia di insultare chi non è d'accordo con loro. Di solito riescono a fare abbastanza confusione da rendere impossibile una discussione seria e civile.

Alle volte, però, si può fare anche un discorso sensato con persone che sono genuinamente interessate a capire come stanno le cose. In queste discussioni ti accorgi quanto i media abbiano disabituato la gente a ragionare. A furia di ripetere sciocchezze come "la terra non si riscalda più" o "i ghiacci antartici sono in aumento", molta gente finisce per credere in buona fede che il lavoro decennale e dettagliato di migliaia di scienziati sia tutta una fesseria.

Non è impossibile, però, spiegare come stanno veramente le cose, posto che non arrivino i soliti cafoni a fare confusione. In un mio post recente sul "fatto quotidiano", è successo proprio questo. Non che non ci siano stati i soliti casinisti, ma non sono riusciti a distruggere la discussione. Che sia una tendenza? Magari fosse!

Ecco comunque un pezzetto della discussione, dove racconto in un certo dettaglio a "Gaspare75" come stanno le cose con i ghiacci antartici

________________________________________________________


gaspare75

Mi scusi professore, i modelli IPCC sono anche in grado di spiegare il graduale aumento di estensione dei ghiacci antartici negli ultimi anni?
In particolare, come si concilia questo fatto sperimentale con la sua affermazione che l'aumento di temperatura e' piu' accentuato nelle regioni polari?

Ugo Bardi gaspare75

Caro Gaspare, si tratta di capire cosa si misura. Una cosa è l "estensione" dei ghiacci, un altra la temperatura della regione.

Una volta definiti i termini, possiamo dire che non c'è dubbio che la zona antartica si sta riscaldando altrettanto di quella artica. Questo fatto è in completo accordo con i modelli e con le aspettative.

Però su questo punto si fa spesso un po' di confusione: l'aumento di temperatura in Antartide causa una riduzione del VOLUME dei ghiacci continentali, ma non della loro AREA (ovvero estensione). Si stanno fondendo, si, ma sono così spessi che l'area coperta non cambia.

Una cosa diversa, invece, è il cambiamento di estensione dei ghiacci MARINI. E' di questo tipo di ghiaccio che si parla quando si dice che i ghiacciai antartici aumentano. Qui c'è effettivamente un lieve aumento dell'estensione in Antartide per varie ragioni che si possono spiegare ma è una cosa un po' lunga.

Il punto è che è un effetto del tutto marginale rispetto a quello che sta succedendo nell'Artico - in altre parole non c'è un bilanciamento fra Artico e Antartico; il riscaldamento globale arriva altrettanto forte sia a Nord che a Sud

gaspare75 Ugo Bardi

Beh, a questo punto pero' sarei curioso, si riesce almeno a dare un'idea grossolana di qual e' il meccanismo? Ogni estate viene enfatizzato dai media il record di scioglimento dei ghiacci artici ma anche in quel caso si parla sempre di superficie dei ghiacci marini, visto che al polo nord e' quasi tutto mare. Del caso antartico invece si parla poco e mi sembra molto piu' interessante perche' va apparentemente in controtendenza

Ugo Bardi gaspare75


Nel caso dei ghiacci artici i ghiacci si stanno riducendo sia in area come in volume e questo viene detto di solito, anche se spesso sui media si fa un po' di confusione.

Per l'antartico, ripeto che i ghiacciai continentali stanno chiaramente PERDENDO volume, come ci si dovrebbe aspettare se la zona si sta riscaldando - come in effetti sta succedendo.

E allora, perché i ghiacci marini stanno leggermente aumentando in area, in Antartide? Beh, ci sono vari effetti, uno è dovuto alla parziale perdita dello strato di ozono che ha rivoluzionato la circolazione atmosferica, un altro alle maggiori piogge/nevicate nella regione che cambiano la salinità dell'acqua e quindi favoriscono il congelamento, e poi anche che i ghiacci continentali che si fondono buttano acqua fredda nelle acque limitrofe.

Insomma, come vedi si può discutere delle varie interpretazioni. Di sicuro, però, NON si può usare questo effetto per dire che la terra non si sta riscaldando!




sabato 16 novembre 2013

Clima, la bufala della pausa nel riscaldamento globale


real-climate
Immagine da "Real Climate"


Era da un pezzo che si sentiva parlare un po’ ovunque della “pausa” nel riscaldamento globale. Sui giornali e sui blog si raccontava di questi 15 anni in cui non c’era stato nessun riscaldamento. E questo, secondo alcuni, indicava che tutta la storia del cambiamento climatico era una bufala: non esisteva proprio. E invece no: la bufala era la storia della pausa, come dimostra un recente studio.

Già non era vero che il riscaldamento globale si era fermato. Semmai, i dati disponibili indicavano che era un po’ rallentato (come ho descritto in un post precedente sul Fatto). Ma gli ultimi dati indicano che questo rallentamento è molto più debole di come sembrava.

Tutte le misure, si sa, sono approssimate e misurare la temperatura di un intero pianeta non è cosa facile. Lo si fa con una serie di stazioni di misura, ma queste non possono coprire tutto quanto il pianeta per cui bisogna cercare di interpolare al meglio possibile. C’è poi un problema che deriva dal fatto che il pianeta non si scalda uniformemente; si scalda molto di più nelle regioni polari dove è più difficile mettere delle stazioni di misura. Per cui, le incertezze sono maggiori proprio dove è maggiore il riscaldamento.

E’ proprio qui che gli autori dello studio, Kevin Cowtan e Robert Way, sono andati a rivedere le misure, tenendo conto dei dati satellitari e utilizzando dei nuovi metodi di analisi. Rifacendo i conti è venuto fuori che c’è una correzione da fare ai dati. E questa correzione spinge in su le temperature; non tanto, ma quel tanto che basta per riportarle in linea con le tendenze del periodo precedente, ovvero un po’ di più di un decimo di grado per decennio.

Questo studio di Cowtan e Way, insieme con l’ultimo rapporto dell’Ipcc, mette una pietra sopra sui dubbi che ancora qualcuno esprime. Non c’è nessuna pausa nel riscaldamento globale. Le temperature continuano a crescere, il livello del mare continua a salire e i ghiacci continuano a fondersi. Cerchiamo di farcene una ragione prima che sia troppo tardi. 




giovedì 14 novembre 2013

Addio "pausa". Il riscaldamento globale dal 1997 è più rapido di quanto stimato in precedenza

Da “The Guardian”. Traduzione di MR

Un nuovo studio riempie le lacune lasciate dal Met Office e scopre che la 'pausa' di riscaldamento è a malapena un rallentamento di velocità



Il Met Office e Hadley Center non include le temperature dell'Artico, dove il riscaldamento globale sta avvenendo più rapidamente. Foto: Jenny E Ross/Corbis

Un nuovo saggio pubblicato sulla Rivista Trimestrale della Royal Meteorological Society riempie i vuoti nei gruppi di dati sulla temperatura di superficie HadCRUT4 del britannico Met Office e scopre che il riscaldamento globale della superficie dal 1997 è avvenuto più di due volte più rapidamente di quanto stimato da HadCRUT4. Questo breve video-sommario riassume l'approccio e i risultati dello studio:



Lo studio, opera degli autori Kevin Cowtan dell'Università di York e Robert Way dell'Università di Ottawa (entrambi collaboratori del sito Web Skeptical Science), rileva che l'insieme dei dati del Met Office copre soltanto l84% circa della superficie terrestre. Ci sono grandi lacune nella sua copertura, principalmente nell'Artico, Antartico e Africa, dove le stazioni di monitoraggio delle temperature sono relativamente scarse. Queste sono mostrate in bianco nella figura del Met Office sotto. Notate la rapida tendenza al riscaldamento (rosso) nell'Artico nella versione di Cowtan e Way, che manca dall'insieme dei dati del Met office.

La coperture delle temperature di superficie e le tendenze del Met Office contro quelle di  Cowtan e Way

Le registrazioni delle temperature di superficie GISTEMP della NASA cerca di affrontare le lacune della copertura estrapolando le temperature nelle regioni non misurate basandosi sulle misurazioni più vicine. Tuttavia, i dati della NASA mancano di includere le correzioni di un cambiamento nel modo in cui le temperature della superficie del mare vengono misurate – un problema impegnativo che ha finora è stato affrontato solo dal Met Office. Il progetto Berkeley Earth Surface Temperature (BEST) ha usato un approccio analogo a quello della NASA, ma con un metodo statistico conosciuto come “kriging” per riempire i vuoti interpolando ed estrapolando le misure esistenti. Tuttavia, il BEST ha applicato questo metodo solo alle temperature sulla terraferma, non sugli oceani. Il dottor Cowtan è uno scienziato computazionale interdisciplinare che ha riconosciuto delle soluzioni potenziali a questo problema di vuoto di copertura della temperatura.

“Come molti scienziati, sono un risolutore di problemi ossessivo. A volte vediamo un problema e pensiamo 'Questa è roba mia, qui posso dare un contributo'”

Nel loro saggio, Cowtan e Way applicano un approccio kriging per colmare i vuoti fra le misurazioni di superficie, ma lo fanno sia per la terraferma sia per gli oceani. In un secondo approccio, approfittano della copertura quasi globale delle osservazioni satellitari, combinando le misurazioni satellitari della temperatura dell'Università dell'Alabama di Hauntsville (UAH) coi dati disponibili sulla superficie per colmare i vuoti con un insieme di dati 'ibrido'. Essi hanno scoperto che il metodo kriging funziona meglio per stimare le temperature sugli oceani, mentre il metodo ibrido funziona meglio sulla terraferma e, ancora più importante, sul ghiaccio marino, che conta per gran parte delle regioni non osservate. Entrambe i loro nuovi insiemi di dati delle temperature di superficie mostrano un riscaldamento significativamente maggiore negli ultimi 16 anni rispetto a quello rilevato da HadCRUT4. Ciò è dovuto principalmente al fatto che HadCRUT4 ha tralasciato l'accelerato riscaldamento dell'Artico, specialmente dal 1997.

Cowtan e Way investigano sulla dichiarazione di una presunta 'pausa' nel riscaldamento della superficie globale negli ultimi 16 anni esaminando le tendenze dal 1997 al 2012. Mentre HadCRUT4 stima la tendenza al riscaldamento delle superficie a solo 0,046°C a decennio in quel periodo e la NASA lo pone a 0,080°C a decennio, i nuovo insiemi di dati kriging e ibridi stimano la tendenza durante lo stesso periodo in 0,11°C e 0,12°C a decennio rispettivamente.

Questi risultati indicano che il rallentamento della temperatura media di superficie non è significativo quanto si pensasse in precedenza. Il riscaldamento della superficie ha rallentato un po', in gran parte grazie al fatto che più riscaldamento globale complessivo si è trasferito agli oceani durante l'ultimo decennio. Tuttavia, questi tipi di rallentamento (e accelerazione) temporaneo del riscaldamento della superficie avviene su base regolare a causa delle influenze naturali a breve termine. I risultati di questo studio hanno anche una qualche attinenza con una recente ricerca. Per esempio, correggere le recente distorsione fredda indica che le temperature globali della superficie non sono così lontane dalle media delle proiezioni dei modelli climatici di quanto pensassimo in precedenza e di sicuro rientrano tutte entro la gamma delle simulazioni delle temperature dei singoli modelli climatici. Studi recenti che hanno concluso che il clima globale è un po' meno sensibile all'aumento dell'effetto serra di quanto creduto in precedenza potrebbero anche avere in qualche modo sottostimato la reale sensibilità climatica. Questo naturalmente è solo uno studio, come il dottor Cowtan nota rapidamente.

“Nessun problema scientifico difficile è mai stato risolto in un singolo saggio. Non mi aspetto che il nostro saggio sia l'ultima parola su questo, ma spero che abbiamo fatto fare progressi alla discussione”.

Il recente rallentamento percepito delle temperature della superficie globale rimane una questione scientifica interessante. Sembra essere dovuta ad una qualche combinazione di fattori interni (più riscaldamento globale che finisce negli oceani), fattori esterni (una attività solare relativamente bassa ed una alta attività vulcanica) ed una sottostima del reale riscaldamento globale della superficie. Quanto ogni fattore contribuisca viene investigato da una ricerca scientifica estesa, ma il saggio di Cowtan e Way suggerisce che la seconda spiegazione contribuisca in modo significativo. Il temporaneo rallentamento del riscaldamento globale della superficie sembra essere più piccolo di quanto crediamo attualmente.





martedì 12 novembre 2013

I ricercatori: l'ossigeno sul fondo del Mare del Giappone continua a diminuire

Da “The Asashi Shimbun”. Traduzione di MR

Una coppia si gode il tramonto sul Mare del Giappone sulla cosata di Aoyama a Niigata, il 2 maggio. Secondo i ricercatori, la quantità di ossigeno contenuta sul fondo del mare continua a diminuire. 
(Foto: Asahi Shimbun)

Di Tomoyuky Yamamoto

Tsukuba, Prefettura di Ibaraki – Il riscaldamento globale sta contribuendo alla diminuzione del livello di ossigeno sul fondo del Mare del Giappone, il che potrebbe implicare conseguenze terribili per l'ecosistema marino e per l'industria della pesca. “Il declino è attribuibile al fatto che l'acqua di mare di superficie non si raffredda abbastanza in inverno a causa del riscaldamento globale”, ha detto un gruppo di ricercatori dell'Istituto Nazionale di Studi Ambientali e dell'Agenzia Giapponese per le Scienze Marine-Terrestri e la Tecnologia. Se il declino continua, i punti più profondi potrebbero anche venire completamente deprivati di ossigeno in 100 anni, ha aggiunto.

Il Mare del Giappone supera i 3.500 metri di profondità nei punti più profondi. La forma del mare è simile a una coppa profonda. L'acqua di mare più calda e leggera, che è stata portata dal sud dalla Corrente di Tsushima, spesso si mescola con l'acqua di mare che si è accumulata nei punti più profondi del Mare del Giappone. Quindi, scorre via dal Mare del Giappone attraverso lo Stretto di Tsugaru o attraverso lo Stretto della Soia, entrambi vicini a Hokkaido. L'acqua di mare nei punti più profondi, che spesso si mescola con l'acqua di superficie, viene chiamata “acqua unica nel Mare del Giappone”. L'acqua unica nel Mare del Giappone viene prevalentemente accumulata in punti più profondi di 200 metri. La temperatura dell'acqua varia da zero a 1°C. Dell'acqua unica nel Mare del Giappone, lo strato inferiore dell'acqua di mare, che si è accumulato in sezioni più profonde di 2.000 metri, ora sta soffrendo di una diminuzione di ossigeno. L'Istituto Nazionale di Studi Ambientali, che ha sede a Tsukuba, nella Prefettura di Ibaraki, e l' Agenzia Giapponese per le Scienze Marine-Terrestri e la Tecnologia, il cui quartier generale si trova a Yokosuka, nella Prefettura di Kanawaga, hanno analizzato i cambiamenti dell'acqua di mare sul fondo che hanno avuto luogo nel periodo dal 1930 al 2012. Essi hanno condotto l'analisi combinando i dati delle osservazioni marine dell'Agenzia Meteorologica Giapponese coi risultati della propria ricerca.

Come risultato dell'analisi, essi hanno scoperto che la concentrazione di ossigeno disciolto sul fondo del mare al largo della Penisola di Noto, nella Prefettura di Ishikawa, è declinata dai 7,36 milligrammi per chilogrammo di acqua di mare degli anni 60 ai 6,24 milligrammi del 2012. Nel Mare del Giappone, un vento freddo stagionale soffia dal continente Eurasiatico durante l'inverno, raffreddando la superficie del mare. Quindi, la superficie raffreddata di acqua di mare sprofonda nei punti più bassi in quanto diventa più pesante. Di conseguenza, l'ossigeno contenuto nell'acqua di mare di superficie viene fornito all'acqua di mare del fondo. In un inverno estremamente freddo, in cui la temperatura diurna più bassa a Vladivostok, nell'estremo Oriente russo, scende al di sotto dei -20°C per più di 20 giorni, una grande quantità di acqua di mare di superficie sprofonda nei punti più profondi del Mare del Giappone. Un inverno così estremamente freddo si è verificato ogni due o tre anni durante il periodo dal 1930 al 1950. Durante il periodo dal 1969 al 2012, tuttavia, un tale inverno estremamente freddo si è verificato solo tre volte.

Di conseguenza, la quantità di acqua di mare di superficie che è sprofondata ai livelli più profondi è diminuita, portando al declino della quantità di ossigeno disciolto. Il gruppo di ricercatori ha detto che la diminuzione dell'ossigeno è stata causata dal fatto che l'acqua di mare di superficie non viene raffreddata a sufficienza in inverno a causa delle influenze del riscaldamento globale. “In futuro, quando il riscaldamento globale diventerà più serio, lo sprofondamento di acqua di mare di superficie che fornisce ossigeno al fondo potrebbe interrompersi nel Mare del Giappone. In quel caso, a causa del consumo di ossigeno da parte dei batteri ed altre creature, l'acqua di mare nei punti più bassi di 2.000 metri giungerà alla condizione di non contenere alcun ossigeno nel giro di un centinaio di anni, secondo i nostri calcoli”, ha detto Takafumi Aramaki, un ricercatore senior dell'Istituto Nazionale di Studi Ambientali. “Il cambiamento nell'ecosistema del mare potrebbe avere effetti sui pesci ed altri creature marine nel lungo termine”, ha aggiunto.


mercoledì 6 novembre 2013

Sconfitto Cuccinelli, il grande inquisitore della Virginia


Da "The Frog that Jumped Out"

 

Il grande inquisitore Cuccinelli vuol vedere la posta elettronica di Galileo


Ken Cuccinelli, ha ammesso la sua sconfitta nelle elezioni per il governatorato in Virginia. Una delle ragioni per il suo fallimento è certamente il suo atteggiamento negazionista sul clima. Fra le altre cose, come procuratore generale della Virginia, si era lanciato in una caccia alle streghe illegale contro lo scienziato Michael Mann dell'Università della University of Virginia. Ma Mann non si è fatto intimidire e ha resistito, raccontando poi la sua esperienza di bersaglio in una campagna propagandistica in un libro intitolato "The Hockey Stick and the Climate Wars." In un certo senso, la sconfitta di Cuccinelli è la vittoria di Mann.

Potete trovare un'analisi dettagliata delle ragioni della sconfitta di Cuccinelli su "thinkprogress." E' chiaro, in ogni caso, che prese di posizione estreme sul clima e su altre cose possono avere un effetto negativo e diventare un peso per i candidati, come è successo a Cuccinelli. Così, i risultati della campagna in Virginia si possono vedere come un'indicazione che qualcosa sta cambiando nel clima politico negli Stati Uniti. Il negazionismo climatico è ancora forte in molti settori, ma potrebbe essere in graduale declino. 



lunedì 4 novembre 2013

Eureka!

Post di Marco Sclarandis



 A volte un aggettivo può provocare una catastrofe o un miracolo.

Come pure la cecità emotiva di fronte ad una immagine talmente semplice da risultare enigmatica.Se non addirittura insignificante.

Chiunque pensi all’aggettivo “esponenziale”, se non è proprio ignorante fino al midollo, dovrebbe sapere che esiste una curva, anzi una famiglia infinita di curve che portano questo nome. La più celebre di queste curve è la parabola, che è anche una antichissima parola greca adoperata nel più celebre dei testi sacri, la Bibbia, compresa di Vangeli canonici.

Per vedere una parabola basta versare una caraffa d’acqua, e ancor meglio un filo d’olio da un’oliera.L’olio è un fluido più viscoso dell’acqua e fila, appunto, più liscio, e ciò permette di vedere una parabola in modo quasi perfetto.

La parabola, quindi permette di vedere la forma di qualcosa che cresce esponenzialmente verso l’infinito. Sia negativo che positivo. Come crescono le cose che lo fanno crescendo al quadrato, o al cubo o a all’ennesima potenza? Esattamente come lo fanno i cuccioli di tutto il mondo, sorprendentemente.

La parabola generata da x al quadrato, o se preferite alla seconda, quando x è 2, si mette in mostra a chiunque in tutta la sua sinuosa ed elegante potenza.

Uno, 2, quattro 9, sedici, 25, trentasei, 49, sessantaquattro, 81, cento...............diecimila
un milione....................(1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,100,1000, man mano elevati al quadrato)

Meno avvicinabile è la curva esponenziale,  2 elevato alla x

2, 4, 8, 16, 32, 64........1024.........(2 elevato alla 1,2,3,4,5,6...10....)

Ma già 2 elevato alla ventesima potenza dà oltre un milione e alla quarantesima, oltre 1000.000.000.000, mille miliardi. Quindi, 40 alla (2) seconda, che dà 1600, è un numero ancora abbordabile, d’uso praticamente quotidiano. Invece, 2 alla (40) quarantesima, oltre 1000.000.000.000, è cifra da banchieri.

Non parliamo poi di x elevato alla x. Che spunta innocente con un 4 ma poi s’erge tronfio a 27 (tre alla terza) quindi  a 256 e prosegue con 3125 (5 elevato alla quinta).
Dieci diventa subito 10.000.000.000, dieci miliardi. (10 elevato alla decima)
Immaginiamoci che cosa diventa cento.Ricordandoci che cento è nient’altro che 10 x 10, quindi cento moltiplicato per sé stesso cento volte diventa:

100.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000

Un mostruoso numero di duecentouno cifre. ( 1 seguito da duecento zeri ).

Roba per iniziati della teoria dei numeri, la branca regina della matematica, dove si celano i misteri più insondabili dell’universo.

Noi, Homo Sapiens sapiens, insieme a molte bestie e piante, siamo tutti partiti con l’aiuto d’una funzione esponenziale, 2 alla x. Un ovocita, che in realtà è l’unione di due cellule decisamente asimmetriche, lo spermatozoo e l’ovulo, che si scinde in due, quattro, otto, sedici, trentadue.......

Ma, la suddivisione in realtà è una crescita, altrimenti rimarremmo piccoli come un granello di polline e per noi un’ape sarebbe un terrificante Ciclope. E non prosegue indefinitamente e meno che mai infinitamente.Altrimenti diverremmo Ciclopi noi.
Ad un certo punto inizia una decrescita, non felice, ma felicissima, tanto che porta al cosiddetto “lieto evento”. Sia maschio che femmina.

Decrescita che essa stessa decresce, altrimenti ritorneremmo in polline. Poetico, romantico destino, sarebbe molto pratico per qualunque cassa di previdenza sociale, ma in ogni caso non è ciò che avviene. Tutto, nell’universo conosciuto utilizza crescite esponenziali, che permettono di ottenere cose in tempi ragionevoli,  e non solo biblici e geologici, ma tutto ha bisogno della decrescita, per non invadere o impedire ad altre cose che è necessario, buono e giusto che esistano.

Di fatto, qualsiasi cosa prima o poi è destinata a scomparire.

E la decrescita è uno dei mezzi che serve alla sua scomparsa.

Ma in molti associano la decrescita alla morte.

Stranamente faticano ad associare alla morte la crescita, sebbene i tumori dimostrino che questo tipo d’associazione funziona benissimo.
 
Crescite e decrescite si alternano per creare curve, dette sigmoidi, delle quali quella chiamata “logistica” riassume con sublime bellezza l’andamento della vita d’innumerevoli creature.Le derivate della curva logistica sono poi come Tre Grazie
che insieme cantano la struggente, meravigliosa caducità dell’esistenza.

Un Sandro Botticelli ne sarebbe rimasto estasiato.

Ecco allora che proporrei di chiamare la Decrescita “felice” con un altro aggettivo:

                                                      Divertente

La decrescita divertente.

Sarebbe piaciuta ad un Lorenzo il Magnifico, principe del Rinascimento.

Post scriptum: qual è l’esatto inverso di divertente? noioso, antipatico......
Invece l’inverso di felice è presto fatto, infelice.

E infatti i denigratori della “Decrescita felice” ne hanno subito approfittato.

Marco Sclarandis



sabato 2 novembre 2013

Il convegno "Science and the Future" - una questione di buon senso


Commodity
Import (BEur)
Export (BEur)
Difference (BEur)
Year
Source
Fossil fuels
66
0
-66
2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/18/energia-record-della-spesa-nazionale-66-miliardi-di-euro-nel-2012/266972/
Crude Oil
22
0
-22
2012
http://www.martinbuber.eu/energia/documenti/Energia%20Italia%202012.pdf
Steel
14
12
-2
2012
http://trade.nosis.com/it/Comex/Importazione-Esportazione/Italia/Fundicion-hierro-acero/IT/72
Aluminum
1.7 million tons/ ca. 3 billion euros
0
-3
2010
Food and agricultural
40
30
-10
2011
http://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/8%252F3%252F3%252FD.0a347d20d676c50506b1/P/BLOB%3AID%3D7419
Total commodities
140
27
-113
2011

Totale imports/exports
400
388
-12
2011
Totale bilancia commerciale


- 1-2
2013
ISTAT

fare emergere un dibattito concreto e sempre più necessario a tutti i livelli della scienza, della cultura e della politica. - See more at: http://scienceandthefuture.polito.it/homer/?q=node/2#sthash.v5MT2Oyz.dpuf
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Qui sopra, vedete una tabella con alcuni dati sulle importazioni di materie prime in Italia. E' una delle immagini che ho presentato la settimana scorsa al convegno "Science and the Future" a Torino. Notate che si parla di cifre ragguardevoli: 66 miliardi di soli combustibili fossili nel 2012, un totale di oltre 110 miliardi. A questo va aggiunto il deficit dell'agricoltura; che sono altri 10 miliardi di Euro buoni

Se comparate questi valori al totale del PIL italiano (circa 1500 miliardi) può sembrare che non sia una cifra poi così grande. Ma considerate anche che i prezzi delle materie prime sono aumentati in media di un fattore fra 3 e 5 negli ultimi dieci anni. Questo vuol dire che oggi le importazioni pesano sulla nostra bilancia dei pagamenti per una buona ottantina di miliardi all'anno in più di quanto non facessero nel passato. E' una bella cifra se pensate che il gettito totale dall'IMU dell'anno passato (di cui si è tanto discusso) è stato di meno di 24 miliardi di Euro.  

E' solo una questione di buon senso che gli aumenti dei prezzi delle materie prime debbano avere un effetto sulla crisi in atto. Eppure, queste cose sono completamente al di fuori del dibattito politico e nessuno mai si azzarda mai a pronunciare la temuta parola "esaurimento delle risorse".

Perlomeno, a Torino abbiamo cominciato a parlarne seriamente; come pure a parlare seriamente del problema climatico. Chissà che non sia un inizio!





Sul convegno di Torino, vedi anche i commenti e le interviste su Ambiente Italia
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