mercoledì 21 gennaio 2015

Un dirupo di Seneca in divenire: gli elefanti africani sull'orlo dell'estinzione

Da “Resource Crisis”. Traduzione di MR

Di Ugo Bardi





Il grafico sopra è riferito agli effetti della caccia di frodo agli elefanti africani. Proviene da un saggio recente di Wittemyer et al.  

Una volta che si è dato un nome ad un fenomeno e comprese le sue cause, lo si può usare come guida alla comprensione di molte altre cose. Così, il concetto di “dirupo di Seneca” ci racconta che l'eccessivo sfruttamento di risorse naturali porta spesso ad un declino improvviso che, spesso, prende le persone di sorpresa. Nel caso delle risorse biologiche, come la pesca, il declino potrebbe essere così rapido ed incontrollabile da portare all'estinzione o alla quasi estinzione delle specie sfruttate. E' successo, per esempio, con le balene nel XIX secolo e con il merluzzo dell'Atlantico.

Se si tengono in mente questi esempi storici, si possono esaminare altri casi e identificare possibili dirupi di Seneca in corso. Un caso del genere è il commercio d'avorio dalla caccia agli elefanti africani. Se si guardano i grafici sopra (da un articolo recente), si vede che la massa d'avorio sequestrata ha mostrato un aumento considerevole a partire circa dal 2008. Ha raggiunto il picco nel 2011, poi ha declinato. Probabilmente possiamo prendere questi numeri come “proxy” del numero di elefanti africani uccisi – che è visibile anche come linea rossa nel box superiore.

Ciò è molto preoccupante, perché se le uccisioni declinano potrebbe essere proprio perché ci sono meno elefanti ancora da uccidere – proprio come le catture dell'industria ittica tendono a declinare quando le riserve di pesce sono esaurite. Considerando quanto improvvisamente accadano le cose (“Effetto Seneca”), allora potremmo assistere ad una tendenza analoga per gli elefanti africani: cioè, il preludio di un collasso improvviso del loro numero. Considerando che gli elefanti sono grossi e si riproducono lentamente, questo potrebbe davvero portare alla loro estinzione.

Su questo tema, gli autori dell'articolo sembrano a loro volta essere molto preoccupati. Il titolo, di per sé, dice tutto: “La caccia illegale per l'avorio porta un declino globale degli elefanti africani”. Nel testo possiamo leggere, fra le altre cose, che:

La popolazione [di elefanti africani] è stata soggetta a tassi insostenibili di uccisioni illegali fra il 2009 e il 2012, salendo da una media dello 0,6%; (SF = 0.4%) fra il 1998 e il 2008 ad un massimo del 8% nel 2011 (Fig. 1). Le uccisioni illegali annuali di elefanti fra la popolazione Sambury (1988-2008) con una stima aggregata del 20,8% degli elefanti conosciuti uccisi illegalmente durante un periodo di 4 anni...  tassi di uccisioni illegali  sono state fortemente correlate ai prezzi dell'avorio al mercato nero nell'ecosistema di Sambury... In conseguenza di queste uccisioni illegali, la popolazione soffre attualmente della presenza di pochi maschi in giovane età, rrapporti sessuali fortemente diminuiti  e distruzione sociale sotto forma di alcune famiglie collassate e di aumento del numero di orfani (elefanti immaturi senza un genitore).

Perderemo per sempre gli elefanti? Ora non possiamo dirlo con certezza, ma quando sarà chiaro che sta avvenendo, probabilmente sarà troppo tardi per farci qualcosa. Non suona familiare?

Dove sono finiti tutti i nostri sogni? La morte della letteratura occidentale

DaResource Crisis”. Traduzione di MR

Di Ugo Bardi




Il romanzo di Vladimir Dudintsev "Non di solo pane” è stato pubblicato nel 1956 (*). E' stato un grande successo nell'Unione Sovietica con la sua critica dei modi sovietici stagnati ed inefficienti. Insieme ad altri autori russi, come Vasily Grossman e Aleksandr Solzhenitsyn, Dudintsev è stato parte di un'ondata di scrittori che hanno cercato di usare la letteratura per cambiare la società. Quel tipo di approccio sembra essere sfiorito, sia nei paesi dell'ex Unione Sovietica, sia in occidente. 


Ad un certo punto, fra il secondo e il terzo secolo D.C., la letteratura Latina dell'Impero Romano è morta. Non che le persone abbiano smesso di scrivere, al contrario, il tardo Impero Romano d'Occidente ha visto una piccola rinascita della Letteratura Latina, soltanto che non sembra che avessero più niente di interessante da dire. 


Se consideriamo i tempi d'oro dell'Impero, intorno al primo secolo A.C., è probabile che molti di noi siano in grado pensare ad almeno qualche nome di letterati di quel tempo: poeti come Virgilio ed Orazio, filosofi come Seneca, storici come Tacito. Ma se ci spostiamo agli ultimi secoli dell'Impero d'Occidente, è probabile di non essere in grado di pensare a nessun nome, a meno che non si legga Gibbon e ci si ricordi che cita il poeta del IV secolo Ausonio per evidenziare il cattivo gusto del tempo. Sembra che l'Impero Romano avesse perso la sua anima molto prima di scomparire come organizzazione politica. Spesso, ho l'impressione che stiamo seguendo la stessa strada verso il collasso seguita dall'Impero Romano, ma più rapidamente.


martedì 20 gennaio 2015

Nuovi studi indicano che l'aumento del livello del mare è più rapido di quanto non si credesse.

DaBBC News”. Traduzione di MR (h/t Cristiano Bottone)

Il tasso di aumento del livello del mare è “più ripido”


Diversi effetti in luoghi diversi possono mascherare o esagerare il segnale

Il tasso al quale gli oceani globali sono saliti negli ultimi due decenni è più significativo di quanto riconosciuto in precedenza, dicono alcuni scienziati residenti negli Stati Uniti.

La loro rivalutazione dei dati mareografici dal 1900 al 1990 ha scoperto che i mari mondiali sono saliti più lentamente delle prime stime – di circa 1,2 mm all'anno. Ma ciò rende, di conseguenza, i 3 mm all'anno tracciati dai satelliti dal 1990 una tendenza di cambiamento molto maggiore.

Ciò potrebbe significare che alcune proiezioni per il futuro debbano essere riviste. “Le nostre stime dal 1993 al 2010 concordano con le [precedenti] stime dell'altimetria dei moderni mareografi e dei satelliti, entro i limiti di incertezza. Ma ciò significa che l'accelerazione negli ultimi due decenni è di gran lunga peggiore di quanto si pensasse in precedenza”, ha detto la dottoressa Carling Hay dell'Università di Harvard a Cambridge, Massachusetts. “Questa nuova accelerazione è di circa il 25% maggiore delle stime precedenti”, ha detto alla BBC News. La dottoressa Hay e i suoi colleghi riportano la loro rianalisi nell'edizione di questa settimana della rivista Nature.

Il mostro del metano ruggisce

DaTruthout”. Traduzione di MR

Nota: questo articolo va preso con cautela, a partire dal titolo "il mostro del metano ruggisce", suggestivo, ma esagerato. L'autore ha intervistato alcuni ricercatori le cui opinioni sono piuttosto estreme rispetto alla media degli scienziati del clima, la maggioranza dei quali ritiene che il problema del metano non sia così imminente come descritto qui. D'altra parte, è anche vero che lo scenario della "bomba degli idrati" è fisicamente possibile, anche se la sua scala temporale è difficilmente stimabile. Per cui, ci è parso il caso di tradurre e pubblicare questo articolo, se non altro per dare voce a un'opinione minoritaria, ma non da trascurare. Poi, se qualche lettore si vuol mettere a urlare "dalli al catastrofista!" si diverta pure quanto vuole. (UB)

Di Dahr Jamail 






(Immagine: Acque gelate , vapore che fuoriesce, getti di gas via Shutterstock; Editing: JR/TO)


Durante una recente escursione al Parco Nazionale Olimpico dello Stato di Washington, mi sono meravigliato della delicata geometria delle felci ricoperte di ghiaccio. Strutture cristalline bianche sembrava che crescessero dalle foglie verdi, racchiudendole in una cornice ghiacciata di temporanea bellezza. Inoltrandomi ulteriormente fra le montagne, mi sono fermato a pranzare e a sorseggiare del caffè caldo da un thermos mentre fissavo un versante della montagna ricoperto di neve oltre la valle del fiume, scrutando una cascata ghiacciata per una possibile scalata sul ghiaccio in futuro. E mi sono ritrovato a chiedermi quanto altro ghiaccio invernale si sarebbe continuato a formare lì. La dissonanza fra la bellezza di fronte a me è i miei pensieri tormentati sul pianeta non ha trovato una riconciliazione. Ho raccolto dati e fatto interviste per articoli sui rilasci di metano nell'Artico per settimane e valutare le informazioni durante le vacanze mi ha solo portato alla depressione. Uscire fra le montagne mi ha aiutato, ma mi ha anche provocato gravi preoccupazioni per il nostro futuro collettivo.

Considerare la possibilità che gli esseri umani abbiano alterato l'atmosfera della Terra in modo così drastico da mettere le nostre stesse vite in pericolo sembra, perlomeno emotivamente, imperscrutabile. Data la scala del pianeta, si penserebbe, logicamente, che non potrebbe nemmeno essere possibile. Eppure i picchi maestosi ricoperti di neve vicini a dove vivo potrebbero non avere più ghiacciai (o persino neve) entro l'arco della mia vita, secondo alcuni degli scienziati che ho intervistato. Paul Beckwith, un professore di climatologia e meteorologia all'Università di Ottawa, in Canada, è un ingegnere e fisico che fa ricerca sul cambiamento climatico improvviso sia nel presente sia nelle registrazioni paleoclimatiche del passato remoto. “E' mia opinione che il sistema climatico si trovi nelle fasi iniziali di un cambiamento climatico improvviso che, se non tenuto sotto controllo, porterà ad un aumento di temperatura di 5 o 6°C entro un decennio o due”, mi ha detto Beckwith. “Ovviamente, un cambiamento così grande del sistema climatico avrà effetti senza precedenti sulla salute e il benessere di ogni pianta ed animale sul nostro pianeta”.


lunedì 19 gennaio 2015

Cambiamento Climatico? Ma se le temperature non salgono più dal 1998?

..... o forse, beh.... mah.... uhm.....in effetti......



La marcia degli scoiattoli

DaThe Archdruid Report”. Traduzione di MR (h/t Antonio Turiel)

La previsione è una cosa difficile il più delle volte, ma le difficoltà sembrano cambiare da un'era all'altra. Proprio adesso, almeno per me, la sfida più grande la vedo sui titoli dei giornali. Finora, il collasso del 2015 sta andando precisamente come previsto. Le società più piccole del settore energetico vengono martellate dal tonfo del prezzo del petrolio, mentre l'industria bancaria insiste di non essere nei guai — Coloro fra i miei lettori che ricordano espressioni identiche di mal riposta fiducia da parte dei banchieri nelle notizie di poco precedenti al collasso immobiliare del 2008 sapranno quanto prendere seriamente tali dichiarazioni.

Le nuove scintillanti distrazioni mascherate da scoperte energetiche che ho menzionato qui due settimane fa hanno cominciato a mostrarsi a loro volta. Un articolo scintillante ed osannante che pubblicizzava la conversione dell'energia termica oceanica (CETO), una tecnologia da “elefante bianco” che è stata testata negli anni 70 e che si è mostrata essere irrimediabilmente antieconomica, ha condiviso lo spazio, nella parte cornucopiana della blogosfera, durante l'ultima settimana, con un articolo osannante ugualmente falso che pubblicizzava un'altra riedizione della fissione nucleare come la risposta ai nostri guai energetici. (Come ogni tecnologia fissile, naturalmente, questa sarà sicura, pulita ed accessibile finché qualcuno non cercherà realmente di costruirla).



Fino a che punto il collasso della civiltà è imminente? Le (non) previsioni del Massachusetts Institute of Technology

Da “Usted non se lo cree”. Traduzione di MR

Di Ferran P. Vila

“Non mi importa se ha ragione oppure no. I risultati sono inaccettabili!” [1]

Monumento in ricordo dell'olandese Sicco Mansholt,
 presidente della Commissione Europea negli anni 70
 che accettò i risultati di LTG, ma solo per qualche mese
Jay Forrester, il padre del modello World3 dei Limiti dello Sviluppo (LTG), racconta che è così che gli rispondevano quando mostrava alcune conclusioni poco vendibili dell'analisi dinamica di un'economia urbana che aveva fatto mediante la dinamica dei sistemi (380). Questa espressione riflette una parte delle critiche ricevute dal metodo da parte di coloro ai quali i risultati non piacciono.

D'altra parte, le reazioni favorevoli a LTG dopo la sua pubblicazione non sono state molte, ma di alto livello. Per esempio Sicco Mansholt, che è stato nei primi anni 70 l'architetto della politica agraria comune dei sei paesi dell'allora Comunità Economica Europea (CEE), ha scritto a Franco Maria Malfatti, presidente della Commissione, una lettera nei seguenti termini: “Cosa possiamo fare come 'Europa' e cosa dobbiamo fare per evitare che la macchina “prenda l'influenza”? I problemi sono tanto fondamentali, tanto complessi e tanto strettamente legati che possiamo chiederci: c'è davvero qualcosa da fare? L'Europa può intervenire? Non si tratta di una faccenda che riguarda il mondo intero?” (381). Non lo hanno seguito. Il vicepresidente economista era Raymod Barre, traduttore in francese di Frederik Hayek. Il presidente francese Giscard d’Estaign non ha tardato ad affermare che non voleva diventare un “obbiettore della crescita” (382). Si da il caso che l'anno successivo Mansholt ha avuto accesso alla presidenza della commissione (erano altri tempi). Ma ha puntato sulla crescita. Ci sono forme più dolci per esprimere la stessa frase che apre il testo, persino più piene di contenuto:

“Non fa alcuna differenza che lei abbia ragione o no... né i politici né le persone accetteranno mai queste idee!” (383)  Il fatto è che idee inaccettabili accompagnate, in caso, da una montatura negazionista organizzata, si trasformano in idee più contestate, più messe in dubbio, che non è altro che l'obbiettivo di paralisi di queste campagne (384). E LTG è stato, e continua ad essere, oggetto di un attacco organizzato simile a quello che abbiamo in seguito contemplato, e continuiamo a subire, ancora oggi, sul terreno del clima.


Critiche e negazionismi a LTG

Le critiche a LTG sbagliavano clamorosamente come minimo per mancanza di conoscenza del metodo e conseguente errore di prospettiva (385). E' stato così persino nel tentativo di valutazione apparentemente più onesto, realizzato dal Sussex Group e pubblicato l'anno successivo col titolo di Models of Doom [2] (386). Accusavano LTG di essere partiti da conclusioni “ricardiste” per le quali non è necessario usare un computer. Tuttavia, non si esprimevano sulla validità delle tesi di David Ricardo né sull'influenza della legge dei ritorni decrescenti (387).