mercoledì 6 giugno 2012

La Storia dell'Isola dei Conigli

Da Cassandra's Legacy. Traduzione di Massimiliano Rupalti.



Questo post era nato inizialmente come una recensione del libro "Too Smart for Our Own Good" di Craig Dilworth. Dopo averci lavorato per un po', tuttavia, mi sono reso conto di non poter aggiungere niente all'eccellente recensione fatta da George Mobus. Così, ho pensato che avrei potuto piuttosto esprimere le mie sensazioni attraverso una breve storia. Se avete studiato le dinamiche della popolazione, riconoscerete in quello che ho scritto una versione romanzata del modello di Lotka-Volterra dell'interazione di volpi e conigli. Non importa se sei una volpe, un coniglio o un essere umano: sei troppo intelligente per il tuo stesso bene. (Immagine sopra da Jokeroo)




La Storia dell'Isola dei Conigli
Di Ugo Bardi

Si racconta che le volpi arrivarono sull'Isola molto, molto tempo fa. Qualcuno dice che la prima coppia di volpi arrivò su una zattera da un luogo oltre l'orizzonte. Altri dicono, invece, che le volpi sono state create qui dal Dio-Volpe ed altri ancora che sono sempre state qui, dal giorno in cui gli Dei fecero emergere l'Isola dalle acque dell'oceano infinito.

Da qualsiasi posto provenissero, la prima coppia di volpi trovò l'Isola ricca di erba, alberi, acqua e molti, molti conigli. Le volpi erano furbe e forti e crebbero di numero cacciando i conigli ed uccidendoli in gran numero. Molte giovani volpi nacquero ed era così, dicevano alcune volpi, che le cose dovevano andare.

Nel tempo, le volpi crebbero ancora di più di numero ed alcune volpi cominciarono a dire che i conigli erano diventati difficili da trovare. Si racconta la storia di una vecchia volpe, che molti vedevano come più saggia di altre, che chiamò a raccolta l'intero popolo delle volpi e parlò loro. “Compagne volpi”, disse la vecchia volpe, “siamo cresciuti così tanto di numero che presto non ci saranno abbastanza conigli per sfamare la nostra gioventù. Che quindi morirà di fame. Non dovremmo uccidere così tanti conigli come abbiamo fatto finora e non dovremmo nemmeno avere così numerose cucciolate”.

Ma alcune volpi dicevano che non esisteva una cosa come l'uccidere troppi conigli. Dicevano che c'erano ancora un sacco di conigli in giro, era solo questione di cercare meglio. Se qualche giovane volpe moriva di fame, dicevano, era perché erano diventate pigre. Bisognava insegnare loro come essere più veloci e furbe. In questo modo, le volpi sarebbero ancora state in grado di cacciare tanti conigli quanti gliene erano necessari. E risero della vecchia volpe, tornando a cacciare conigli.

Poi arrivò la Grande Moria. Ho raccontato questa storia molte volte ed mi spaventa ancora, anche se sono il coniglio più vecchio dell'Isola. Ma dovevo raccontarvi questa storia, giovani conigli. L'ho sentita da mio padre, che l'ha sentita da suo padre, che l'ha sentita dal padre di suo padre e così via in una catena che arriva fino ad uno dei pochi sopravvissuti alla Grande Moria. E, credetemi, giovani conigli, era un tempo terribile, poiché l'isola era piena di volpi e i conigli morivano in gran numero e non c'era modo per loro di scappare. Si dice che solo pochi di loro si poterono nascondere nei più oscuri anfratti della foresta, fra cespugli spinosi e labirinti di radici di alberi, pregando il Dio-Coniglio di poter essere risparmiati dalla furia delle volpi.

E il Dio Coniglio deve aver ascoltato le loro preghiere perché non furono trovati delle volpi. Dopo qualche tempo, osarono uscire dalle loro tane e scoprirono che non c'erano volpi vive da nessuna parte sull'Isola. Rimanevano solo le loro ossa, disseminate sulle pianure. Un tempo ce n'erano molte, molte di più di queste ossa, ma voi giovani conigli potreste avere avuto la possibilità di vederne solo alcune delle poche rimaste.

Così, questa storia ha un lieto fine. Appena finita la Grande Moria, noi conigli abbiamo riavuto l'Isola solo per noi. E abbiamo avuto buona erba da mangiare e tanto tempo per crescere e moltiplicarci, il che, come qualcuno dice, è ciò che ci disse lo stesso Dio Coniglio. Tuttavia, a volte penso che questa storia potrebbe non avere un lieto fine, dopo tutto.

Sapete che ci sono molti, molti conigli che vivono sull'Isola, così tanti che i prati sembrano a volte essere bianchi e marroni piuttosto che verdi. E questo non può essere buono. Alcuni conigli saggi ci dicevano che non avremmo dovuto permettere che crescessimo così tanto di numero, perché l'erba non può ricrescere abbastanza velocemente per sfamarci in così tanti. Ma altri hanno detto che l'erba non è un problema. I giovani conigli sono diventati pigri, dicono, e sono solo capaci di lamentarsi così tanto perché non riescono sempre a trovare erba a portata di zampa. Questo non è come dovrebbe essere un buon coniglio: devono imparare a cercarsi il cibo, anche a costo di andare lontano, dove c'è ancora un sacco d'erba.

Potrebbe essere che ci sia ancora abbastanza erba per tutti noi, da qualche parte, anche se ne dubito. Ma quello che mi spaventa di più è ciò che ho sentito dire ultimamente. E' possibile che lo abbiate sentito dire anche voi. Alcuni conigli sono scomparsi e non si è saputo più niente di loro. Non sono state trovate nemmeno le loro ossa. E potreste aver sentito dire che qualcuno che ha raccontato di aver visto ombre grigie che si nascondono nella foresta. E alcuni hanno raccontato di aver visto, al calar della notte, occhi luminosi e gialli che li guardavano dall'oscurità. Potrebbe essere, Dio non voglia, che le volpi siano tornate?

Se questo è vero, nessuno può dirlo. Nessuno sa se qualche volpe sia sopravvissuta alla grande Moria o se alcune di loro siano tornate di nuovo su una zattera da oltre l'orizzonte. La sola cosa che posso dire è che forse non avremmo dovuto crescere così tanto di numero, perché i conigli sono un buon cibo per le volpi ed alcuni vecchi conigli ci avevano già avvisato di questo. Questo è avvenuto molto tempo fa, ma nessuno li ha ascoltati. Ed ora è troppo tardi. Sono un vecchio coniglio ormai, quindi non vedrò cosa ha in serbo il futuro. Ma voi sì, giovani conigli. Quindi è tempo che andiate a dormire. Dormite bene e non guardate la foresta.