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lunedì 20 febbraio 2012

Scioccante: il ritiro del ghiaccio Artico rilascia gas serra mortali


Questo post illustra un fenomeno che avevo messo in luce qualche giorno fa in un post intitolato "idrati di metano, la prossima bomba in comunicazione climatica". L'articolo è apparso sul Daily Mail il 13 Dicembre 2011. Descrive cose vere e preoccupanti, ma in modo eccessivamente sensazionalistico (per esempio con l'uso del termine "gas serra mortali") e non bastano certo le dichiarazioni del Dr. Smiletov per concludere che la fine del mondo sta arrivando a breve scadenza! Tuttavia, mi è parso il caso di pubblicarlo (tradotto da Massimiliano Rupalti) in quanto illustra come il problema degli idrati si stia diffondendo sulla stampa e potrebbe diventare una vera e propria "bomba mediatica" che vedremo esplodere nel prossimo futuro. 

Un team di ricerca russo sorpreso dalla scoperta di 'fontane' di metano che fuoriescono fino in superficie

Di Steve Connor Author Biography
Giovedì 13 Dicembre 2011

Pennacchi di metano drammatici e senza precedenti – un gas serra 20 volte più potente del biossido di carbonio - sono stati visti fuoriuscire sulla superficie dell'Oceano Artico da scienziati impegnati in un'estesa indagine della regione.

La scala ed il volume delle fuoriuscite di metano hanno sorpreso il responsabile del team di ricerca russo, che ha indagato il fondale marino della piattaforma artica della Siberia orientale al largo della Russia del nord per quasi 20 anni.

In un'intervista esclusiva a The Independent, Igor Semiletov, della sezione dell'Estremo Oriente dell'Accademia Russa delle Scienze, ha detto che non aveva mai assistito prima alle dimensioni ed alla forza con cui il metano viene rilasciato sotto il mar Artico.

Già in precedenza avevamo trovato strutture a forma di torcia come queste, ma erano soltanto di una decina di metri di diametro. Questa è la prima volta che abbiamo trovato infiltrazioni continue, potenti ed impressionanti di più di mille metri di diametro. E' sbalorditivo”. Ha detto il Dr Semiletov. “Sono stato molto colpito dalle dimensioni gigantesche ed dall'alta densità dei pennacchi. Su un'area relativamente piccola ne abbiamo trovati più di 100, ma su un'area più grande è possibile che ce ne siano migliaia”.

Gli scienziati stimano che ci siano centinaia di migliaia di tonnellate di metano imprigionate sotto il Permafrost artico che si estende dalla terraferma al fondo del mare relativamente poco profondo della piattaforma artica della Siberia orientale. Una delle più grandi paure è quella che, con lo scomparire del ghiaccio del mar Artico in estate ed il rapido aumento delle temperature in tutta la regione che già stanno fondendo il Permafrost siberiano, il metano lì sotto intrappolato possa improvvisamente essere rilasciato nell'atmosfera portandoci a rapidi e cruenti cambiamenti climatici.

Il team del Dr Semiletov ha pubblicato uno studio nel 2010 che stima che le emissioni di metano da questa regione fossero di circa otto milioni di tonnellate all'anno, ma le ultime spedizioni suggeriscono che questo fosse un dato che sottostima il fenomeno.
Nella tarda estate, il vascello di ricerca russo Academician Lavrentiev ha condotto un'indagine estesa di circa 10.000 miglia quadrate del mare al largo della costa siberiana. Gli scienziati hanno utilizzato quattro strumenti altamente sensibili, sia sismici sia acustici, per monitorare le “fontane” o pennacchi di bolle di metano che risalgono fino alla superficie dal fondo del mare.

“In un'area molto piccola, meno di 10.000 miglia quadrate, abbiamo contato più di 100 fontane o strutture a forma di torcia che risalgono gorgogliando la colonna d'acqua e si iniettano direttamente nell'atmosfera dal fondo del mare”, Ha detto il Dr. Semiletov. “Abbiamo effettuato controlli presso circa 115 punti stazionari ed abbiamo scoperto campi metaniferi di dimensione fantastica – penso di una dimensione mai vista prima. Alcuni pennacchi erano di chilometri o più larghi e le emissioni andavano dirette in atmosfera. La concentrazione era centinaia di volte maggiore del normale”.

Il Dr. Semiletov ha reso pubbliche le sue scoperte per la prima volta la scorsa settimana all'incontro dell'American Geophysical Union a San Francisco.

Traduzione di Massimiliano Rupalti